La danza è il movimento dell’universo condensato in un individuo, che diventa ciò che chiamiamo la Volontà.
(Isadora Duncan)
Il lavoro che propongo nei gruppi e nei laboratori, si muove intorno a tre momenti: ascolto, movimento, espressione.
Non sempre questi si susseguono l’uno all’altro, piuttosto si muovono come in una spirale, che volge verso una sempre maggiore profondità dell’esperienza.
Ascolto
In questa fase del lavoro, propongo momenti di ascolto e di contatto con l’esperienza corporea nel qui e ora, portando l’attenzione inizialmente sul respiro e sul peso del corpo a terra. I movimenti si connettono con il respiro, generando un flusso di estensioni e flessioni, che mobilitano lentamente il corpo. La lentezza permette di entrare nel movimento con consapevolezza e ascolto. Le tensioni si allentano e diventa più facile abbandonarsi all’esperienza di essere un corpo.
La musica che favorisce questo primo momento di contatto sono i suoni a bassa frequenza e percussioni leggere, come sonagli e i suoni della natura.
Movimento
A questo punto è possibile accorgersi delle emozioni che affiorano alla consapevolezza. Ascoltando per esempio alcune parti del corpo, come la pancia, il cuore o la gola, si possono riconoscere sensazioni piacevoli o spiacevoli e sperimentarle nel movimento. Si può dar loro una voce e delle parole, e farle diventare un personaggio vero e proprio. È possibile trovare voci diverse in conflitto tra loro.
La musica diventa un feedback a quello che sta succedendo nel gruppo: scelgo musiche che richiamano a stati emozionali, musiche che possano evocare storie.
Espressione
Trovare un modo di muoversi che non sia meccanico, ma in armonia con tutte le parti di noi, immaginare dove portare il corpo, dare una forma all’intenzione, sono gli aspetti principali del momento espressivo.
Tutte le parti funzionano insieme e si percepisce di essere un tutt’uno e, non una somma di parti più o meno scollegate. Amplificare il movimento costringe a uscire un po’ da sé e a prendersi qualche rischio.
La musica aiuta a portare a galla qualcosa che manca, qualcosa che è rimasto sullo sfondo e che questa aiuta a far emergere.